lunedì 16 aprile 2018

Episodio 17: La rabbia di Lena

Se non hai letto la prima parte eccola qui: Prima parte.
E poi ecco la seconda : Seconda parte.
E la terza: Terza parte
E la quarta: Quarta parte.
E la quinta: Quinta parte.
E la sesta: Sesta parte.
E la settima: Settima parte.
E l'ottava parte: Ottava parte.
Ed ecco la nona: Nona Parte.
E la decima: Decima parte.
E l'undicesima: Undicesima parte.
E la dodicesima: Dodicesima parte.
E la tredicesima: Tredicesima parte. 
E la quattordicesima: Quattordicesima parte
E la quindicesima: Quindicesima parte
E la sedicesima: Sedicesima parte



Fece un respiro profondo.

"Mio padre è morto, l'hanno gettato nel Lago di sinistra, dovete aiutarmi a tornare a Middle Town, la mia città sta per cessare di esistere".
Il curatore sorrise.
"Non dire sciocchezze, sei solo scossa per il tuo incubo, rilassati, respira profondamente...conosco bene queste cose, qui le persone fanno incubi praticamente sempre".
Ger e Jude la stavano guardando con sguardo compassionevole.
E la bionda teneva una mano sul grembo, facendo salire il sangue al cervello di Lena.
"Smettetela di accudirmi come se fossi in punto di morte, so io cosa fare. Lascerò voi qui a crescere il vostro piccolo miracolo, il meraviglioso dono che la madre delle genti ha scelto di farvi, e me ne tornerò a casa mia, nella mia città, e farò di tutto per scoprire se quello che mi ha detto ora mio padre in sogno è vero! Non è stato un governatore esemplare, lo riconosco, ma non sarebbe mai stato così stupido..."-a quella parola il curatore rabbrividì - "da lasciare la sua casa in mano a una strega, o meglio...un'incantatrice!".
La ragazza si alzò, tenendosi alla parete per un giramento di testa, ed aprì la porta, lui le prese la mano.
"Non te ne andare", Lena lo fissò, negli occhi chiari, bagnati, circondati da occhiaie, lo immaginò appartato con Ger a fare cose abominevoli con lei e, in quell'esatto momento, gli sputò in faccia.
"Non toccarmi, barbone".

Lena, asciugandosi le lacrime, si avvicinò ai casermoni, si piazzò davanti ad una porta, e cominciò a prenderla a calci.
Qualcuno aprì, una donna guardiana, che inveì contro di lei.
"Ti faccio frustare, ignobile ammasso di merda! Come ti permetti di disturbare il riposo delle persone!".
La donnona, altissima e grassa, la prese per un braccio trascinandola dentro.
"Chi diamine sei, ammasso di merda" - "sono un'insorta, voglio uccidere il direttore! Fatemi parlare subito con lui!" - "non penso proprio, adesso ti butto nello stanzino, e domani mattina deciderà lui la pena più consona per te, ingrata e frignante ragazzina di merda".
Lena non sapeva perché quell'orrenda creatura la stesse apostrofando con la parola "merda", né ne conosceva il significato, ma doveva essere proprio un offesa grave considerando il tono con cui veniva pronunciata.
La bestia la continuò a trascinare a lungo, finché non arrivarono davanti ad una porticina grigia, e una volta aperta Lena venne letteralmente spinta dentro una stanzina puzzolente e piccolissima.
"A domani" - "ti ringrazio, merda".
L'abominio la schiaffeggiò così forte che a Lena girò la testa per un bel po'.
Quella fu la conferma della gravità dell'offesa.
Seduta a terra la ragazza pianse silenziosamente, massaggiandosi la guancia umida.
Jude aveva una nuova vita da vivere con Ger, un figlio avrebbe dato un senso diverso alla sua vita.
Suo padre era stato, con tutta probabilità, ucciso da Erin e lei doveva assolutamente parlare col direttore, doveva svelare tutta la verità all'unico individuo che contasse qualcosa in quella strana organizzazione.
Cercò una posizione comoda e tentò di riposare.
Pensò all'unico lato positivo della giornata: il fatto che Jude non avesse respinto il suo bacio.
Nel buio assoluto dormì senza sognare nulla.
Fu svegliata dalla donna che l'aveva gettata lì dentro quella notte.
"Il direttore è stato avvisato della tua visita notturna, ti aspetta nel suo ufficio". Aveva ottenuto quello che voleva: finalmente avrebbe potuto raccontare tutta la verità a qualcuno.
Camminarono, camminarono, camminarono.
Sicuramente tutti stavano ancora dormendo, la sua situazione doveva essere risolta prima dell'inizio delle quotidiane attività.
"Odio disturbare il direttore per queste futilità, ma è meglio toglierti subito di mezzo, ragazzina di..." - "merda!" - " esatto!".
Quando bussò alla porta del direttore, il bisonte paonazzo, fu delicato e quasi timida, la aprì lentamente.
"Direttore Vincent?", la voce le uscì come quella di un bambino piccolo e indifeso.
Il direttore era di capelli rossi, cortissimi, neanche un filo di barba, gli occhi grandi color indaco e la divisa nera.
"Ninette, vai pure, ora alla ragazza ci penso io".
Ninette rise, quasi se la fece addosso per l'emozione, ed uscì salutando con la manona.
"Accomodati".
Lena si sedette di fronte all'uomo.
"Devi aver preso un po' di botte, hai la faccia gonfia" - "sì, ma credo ne sia valsa la pena".
"Ho seri dubbi, come minimo ora dovrò farti giustiziare, o nella migliore delle ipotesi isolarti da tutto e tutti, anche se come faccio con tutti, ti permetterò di salutare i tuoi cari che abitano qui, presto va".
Poi il direttore cominciò a scrivere alcune cose su dei fogli che aveva sul tavolo.
"Ti ho detto di andare".
"Non ho intenzione di andarmene" - "Middle Town?" - "sì".
L'uomo scoppiò a ridere.
"Ci sono stato da ragazzo, ho incontrato donne servizievoli e delicate, ma da quando questo luogo ospita le donne che provengono da quella città mi rendo conto che siete tutte delle maleducate, indelicate ed indecenti".
"Grazie del complimento...carissimo direttore. Ma ho davvero da dirle delle cose, e sono interessanti" - "trovi che io sia bello? Sì, lo pensano molte di voi. Non mi importa, ho una moglie bellissima, e tu non sei splendida" - "io sono la figlia del governatore di Middle Town" - "non sei aggiornata piccolina, dovresti sapere che la città è governata da una donna, e quella signorina non ha figli".
"Conosco benissimo la donna di cui parli, è stata lei a portarmi qui, lo ha fatto per sbarazzarsi di me, visto che sono la figlia dell'ex governatore, che mi è apparso in sogno e mi ha detto di essere stato ucciso" - "non mentirmi" - "io non mento, ho mentito solo ieri sera per farmi ammettere dentro questo casermone, dicendo che volevo ucciderla" - "uccidere me? Sarebbe un peccato".
Il direttore sorrise, passandosi una mano sulla testa.
"Il suo compito è fare il bell'imbusto seduto dietro ad un tavolo o può aiutarmi? Sono una ragazza persa. Non ho più niente, posso fare qualsiasi cosa, ma ho bisogno di tornare a casa, devo salvare Middle Town" - "tu non puoi salvare proprio niente - "allora mi aiuti".
Vincent pensò per qualche istante, grattandosi la testa, poi si alzò.
"Vieni con me".



La nuova parte sarà Online Giovedì 26 Aprile





domenica 31 dicembre 2017

Episodio 16: Padre e figlia

Se non hai letto la prima parte eccola qui: Prima parte.
E poi ecco la seconda : Seconda parte.
E la terza: Terza parte
E la quarta: Quarta parte.
E la quinta: Quinta parte.
E la sesta: Sesta parte.
E la settima: Settima parte.
E l'ottava parte: Ottava parte.
Ed ecco la nona: Nona Parte.
E la decima: Decima parte.
E l'undicesima: Undicesima parte.
E la dodicesima: Dodicesima parte.
E la tredicesima: Tredicesima parte. 
E la quattordicesima: Quattordicesima parte
E la quindicesima: Quindicesima parte




Buio.
Poi il silenzio assoluto. Lena camminava sulla riva del Lago di sinistra, respirando a fatica, i piedi nudi affondavano nel terriccio.
un leggero vento le soffiava sul viso, poi lo notò, era lontano ma già riusciva a riconoscerlo ... suo padre avanzava verso di lei con passo lento.
Da quanto non lo vedeva? Un tempo incalcolabile. Alzò la mano per salutarlo, lui fece lo stesso. Lena non aveva una grande stima nei confronti del padre, lui era un uomo duro, chiuso, fatalista...ma non poteva che farle bene vedere un viso conosciuto in quella terra dimenticata dal mondo.
"Padre" disse, e poi se lo trovò davanti.
Lui indossava una lunga tunica color latte, i piedi nudi proprio come lei, la testa totalmente calva, sembrava una visione sovrannaturale.
"Lena, che ci fai qui..." - "Mi hai sempre raccontato solo storie sul Lago di sinistra...mi avete detto oltre la sua riva non c'era nulla, solo morte, invece su quest'isola c'è vita" - "tu questa la chiami vita? Le persone qui recluse si limitano ad esistere, nessuno di loro tornerà mai a casa".
"Le persone possono pentirsi...possono comprendere dai loro errori, ribellarsi è stato un errore!" - "lo è stato, è vero...e non esiste nessuno che compie un solo errore nella vita. Se queste persone torneranno a Middle Town aspetteranno il pretesto per vendicarsi, sediamoci figlia mia".
Lena, silenziosa e pensierosa si accomodò sulla sabbia e ne sentì il tocco sulla fine veste, il governatore si accomodò accanto a lei.
"Perché quella Erin mi ha portato qui..." - "per tenerti lontana da Middle Town, è talmente ovvio ed evidente...mi rammarico davvero molto che tu non te ne sia accorta, sei sempre stata una ragazza intelligente, con un cervello sviluppato ed un intuito da fare invidia a qualunque quindicenne della città" - "perchè non mi hai consigliato? Sei mio padre!" - "Erin non è una donna...ella è un'incantatrice che viene dal sud del mondo, con le arti delle polveri e dello sguardo riesce a convincere le persone a fare ciò che a lei più aggrada, con te non l'ha fatto, tu ti sei fidata davvero. Il suo piano è sgombrare Middle Town e farvi trasferire le persone del suo villaggio a sud, lì le temperature si sono alzate e sembra che la Madre delle genti abbia la volontà di farli tutti morire di sete e di fame".
"Erin un'incantatrice..." - "io stesso sono stato sua vittima, fin dal primo momento che l'ho vista, mi ha ammaliato, conquistato e mi ha recato piaceri quasi disumani".
Lei, riuscendo a provare solo nausea e continuando ad avere il respiro affannato, sussurrò: "che posso fare..." - "è la tua città. Trova un modo per salvarla, torna a casa tua. Qui ci sono delle persone di buon cuore, potrebbero aiutarti" - "e che potrei fare una volta lì? Come posso competere con una donna che incanta le persone? Io a Middle Town sono sola" - "e il barbone?" - "il barbone ora ha impegni più grandi: sarà padre" - "gli dei di ogni epoca lo malediranno per questo oltraggio, stanne certa" - "smettila..." - "di fare cosa" - "di pensare che siamo tutti dannati, l'unico dannato sei tu. Governatore di una città in rovina, lasciata in mano ad una strega, fai qualcosa tu, adesso! Torna a casa!".
Cominciò a piangere, il viso tra le mani, suo padre la strinse.
"Vorrei tornare, ma non posso, di me non è rimasto nulla".
"Bugiardo! Sei qui davanti a me e mi parli! Forse non ti è rimasto molto coraggio!".
Si alzò, infuriata, fece un respiro profondo : "io torno da Jude e Ger, dirò loro quello che mi hai detto! Non voglio vederti più".
Il governatore le voltò le spalle e si avvicinò pian piano all'acqua, vi mise un piede dentro" - "sei impazzito? L'acqua ti consumerà!" - "l'acqua mi ha già consumato".
Il padre la guardò di nuovo, il viso scheletrico, i denti scoperti.
Egli era divenuto un cadavere.
"Erin m'ha ucciso".

Luce.
Lena aprì gli occhi, tossì forte, il curatore l'aiutò a mettersi seduta.
"Sei svenuta, tranquilla, ci siamo noi con te", l'uomo le asciugò la fronte con un panno umido - "hai avuto un incubo" - "nessun incubo, ho visto mio padre".
Fece un respiro profondo.
"Mio padre è morto, l'hanno gettato nel Lago di sinistra, dovete aiutarmi a tornare a Middle Town, la mia città sta per cessare di esistere"

La nuova parte sarà online l'11 Gennaio!
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lunedì 4 dicembre 2017

Episodio 15: Il dono della Madre delle genti

Se non hai letto la prima parte eccola qui: Prima parte.
E poi ecco la seconda : Seconda parte.
E la terza: Terza parte
E la quarta: Quarta parte.
E la quinta: Quinta parte.
E la sesta: Sesta parte.
E la settima: Settima parte.
E l'ottava parte: Ottava parte.
Ed ecco la nona: Nona Parte.
E la decima: Decima parte.
E l'undicesima: Undicesima parte.
E la dodicesima: Dodicesima parte.
E la tredicesima: Tredicesima parte. 
E la quattordicesima: Quattordicesima parte


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Il percorso fino agli edifici fu sgombro di ostacoli, era ormai quasi buio, e loro due camminando non si scambiarono nemmeno una parola.
Lena non avrebbe saputo cosa dire al suo innamorato atipico.
Era riuscita a strappargli un bacio, ma a cosa era servito? Non avrebbe portato nel cuore nient'altro di lui, era la sua più grande delusione. Jude camminava dietro di lei, intrappolato nei pensieri così come lo era Lena, aprì bocca per farle una singola domanda: "Lena, ricordi cosa ci ha detto Ger? Prima di andare via vorrei parlarle, vorrei chiederle anche dove siano i miei genitori, ci ha detto che ci saremmo incontrati al recinto dei volatili una volta calato il Sole".
Lena si arrestò, voltandosi a guardarlo. Aveva dimenticato le parole di Ger.
"Non posso negarti di salutare i tuoi genitori, anche se non credo che riuscirà ad uscire senza farsi notare...".
Lena era convinta che Ger vivesse separata dal resto delle persone in quanto malata.
Era sempre stata quella la regola delle persone: chi è malato non deve compromettere la salute degli altri e deve guarire o morire in disparte. Erano ormai vicini al posto dove avevano incontrato la ragazza qualche decimo prima.
La videro poggiata al muro, illuminata a stento da una candela che portava in mano, quando li notò il sorriso che fece fu meraviglioso.
Era così fragile e sola che non poteva non suscitare un po' di compassione o tenerezza, ma Lena si mantenne seria.
"Sono contenta di vedervi, ma allo stesso tempo speravo che foste già riusciti ad andare via. Seguitemi".
"Dove ci porti tesoro?" - "Il mio curatore è una persona buona e gli ho raccontato chi siete e chi vi ha portato qui, vuole vedervi, vi aiuterà lui ad andarvene!". Gli occhi di Ger, meno spenti di quando l'avevano vista alla luce del Sole, dicevano il vero.
Lena le chiese: "è molto distante il posto dove si trova il tuo curatore?" - "non molto, seguitemi, se notiamo qualcuno che esce dagli alloggi e ci segue spengo la candela".
Fidandosi di Ger la seguirono, in assoluto silenzio, sembrava che il mondo si fosse fermato su quell'isola : nessuno usciva, nessuno parlava.
"Qui appena tramonta il Sole vige l'obbligo di stendersi sui giacigli, sia che si dorma sia che non si dorma, anche se è meglio riposare in previsione del lavoro dell'indomani" - "vedo che stai meglio Ger, mi fa piacere" - "non mentire Lena, so che mi odi, così come io odio te, comunque hai visto bene, mi sto riprendendo, la mia era una banale malattia".
Non incontrarono nessuno, una volta arrivati davanti ad una piccola casupola Ger bussò quattro volte, aprì un signore dallo sguardo gentile e i capelli lunghi.
Jude subito disse: "ci permettete di..." -"entrate alla svelta", una volta dentro furono investiti da un intenso calore che fece loro ricordare quanto facesse freddo lì fuori.
Prese dei teli di lana e glieli avvolse attorno alle spalle, guardandoli con sguardo compassionevole.
"Gertrude, ma Lena e Jude sono dei bambini, lei quanti anni ha...tredici?" - "La sua domanda è molto cortese, ne ho quindici".
Il curatore prese due tazze di una tisana molto calda e li diede in mano a Jude e Lena, invitandoli a sedersi su una panca di legno.
"Una gentilezza unica...", sussurrò Jude, e il curatore scoppiò a ridere esclamando: "è sconvolgente come le vostre maniere cordiali siano del tutto automatiche, vi crescono bene a Middle Town, Ger però è diversa" - "sono sempre stata diversa".
"Bevete pure la tisana, io se me lo permettete vi spiegherò alcune questioni...".
Lena assaporò quella caldissima tisana al sapore di mele e in lei si riaccesero tutti i sensi, quell'uomo le ispirava fiducia, le sembrava avere ottime intenzioni , si sentì rilassata, per qualche istante.
"Gertrude si trova qui perché ha bisogno di essere seguita da un curatore, si trova in uno stato particolare" - "una malattia dello stomaco, ma prima o poi finirà? Cosa può dirci curatore?" - "finirà presto".
Jude sorrise, tendendo la mano a Ger, che la prese, arrossendo.
"Stanotte dormirete qui, con noi, domani andrete a parlare coi capi del posto, tu, Lena sei la figlia del governatore di Middle Town, non ti faranno mai del male, ed è probabile che acconsentano a farti tornare a casa" - "lo spero, ho delle preoccupazioni davvero grandi...devo parlare con Erin e capire perché abbia voluto lasciarmi qui, farmi vedere tutto questo, capire quando le persone della mia città torneranno a casa..." - "in quanto a Jude, tu...ragazzo, sei intenzionato a tornare a casa?" Lena sperò che rispondesse di sì.
"Non lo so...vorrei prima capire come stanno i miei genitori e sapere quando torneranno" - "c'è anche altro che devi sapere, la tua innamorata non ha una vera e propria malattia, lei si trova in stato di gravidanza".
I due ragazzi guardarono il curatore con sguardi dubbiosi.
Jude chiese: "di che si tratta?" - "Gertrude, penso che sia giusto che glielo dica tu".
Ger, stranamente con sguardo basso e gambe tremanti, esordì con: "ti ricordi quel giorno dietro alla siepe? Quando ci stavamo avvicinando senza che nessuno ci vedesse? Quel giorno la Madre delle genti ha messo in viaggio per noi un bellissimo bambino, che ha iniziato la sua vita nel mio grembo e presto sarà qui, con noi".
"Quello che dici è indecente Ger", Lena non ce la fece a trattenersi - "non ci credo, Jude non ti avrebbe mai avvicinata prima di diventare tuo marito, è inverosimile!" - "è indecente quello che dico, è indecente quello che ho fatto, ma se sono macchiata di colpa io allora lo è anche lui!".
Jude non riusciva a parlare, gli tremavano le labbra.
Il curatore si intromise: "non è una maledizione, è solo un bambino, Gertrude per evitare lo scandalo ha deciso di crescere suo figlio qui, sarà al sicuro e verrà protetta da me, tu invece Jude, che farai? Domani andrai a chiedere di poter tornare a casa o rimarrai qui con la tua amata?".
Lena, piangente, si mise il viso tra le mani, e Jude, in quel momento rispose: "rimango qui con lei e con il bambino che nascerà".
Lena vide tutto nero, si sentì mancare e cadde a terra.

Ecco la sedicesima parte: EPISODIO 16

sabato 18 novembre 2017

Episodio 14: Ger, Jude e Lena.

Se non hai letto la prima parte eccola qui: Prima parte.
E poi ecco la seconda : Seconda parte.
E la terza: Terza parte
E la quarta: Quarta parte.
E la quinta: Quinta parte.
E la sesta: Sesta parte.
E la settima: Settima parte.
E l'ottava parte: Ottava parte.
Ed ecco la nona: Nona Parte.
E la decima: Decima parte.
E l'undicesima: Undicesima parte.
E la dodicesima: Dodicesima parte.
E la tredicesima: Tredicesima parte.


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Gertrude.

Aspetti un figlio Gertrude.
Aspetti un figlio Gertrude.
Aspetti un figlio Gertrude.
Le parole della vecchia Sarah rimbombarono nella testa della ragazza per diverse volte, poi disse: "impossibile".
Non si potevano avere figli prima di essere delle mogli.
Nessuna che non fosse moglie aveva mai avuto figli, era impossibile, la natura non lo permetteva.
La donna si mise a ridere: "allora è vero quello che dicono sulle ragazze di Middle Town, siete delle sprovvedute che ancora credono alla storia che sia la madre delle genti a posare tra le braccia dei coniugi le creature appena nate".
"Non sono sciocca, ho sempre immaginato che ci fosse dell'altro" - "non solo lo hai immaginato, ma lo hai anche sperimentato", lei continuava a non capire nulla.
Fu il curatore ad interrompere il discorso : "anziana Sarah, credo che la ragazza sia abbondantemente scossa, è certo che non sappia di cosa stiamo parlando".
Sarah sembrò indispettirsi parecchio: "la ragazza deve sapere che non sta affatto morendo, certo, la sua vita cambierà drasticamente, ma non finirà"
Ger continuava a fissare prima Sarah, poi il curatore e viceversa, capendo molto poco di quanto le stavano comunicando, la invitarono a sedersi.
"Esistono mia cara per noi donne dei processi molto strani...i figli non arrivano improvvisamente, ma si fanno insieme, moglie e marito...o meglio...donna e uomo. Una volta che ci si sposa si passa del tempo con il proprio uomo e in quel lasso di tempo si può cominciare ad aspettare un figlio. Mi hai detto di avere un ragazzo, è probabile che voi per curiosità abbiate sperimentato delle cose di nascosto".
...di nascosto.
In quel momento qualcosa si accese nella testa di Ger.
"Forse io ho..." - "forse sei stata indecente. Ma tranquilla tesoro. Non sei la prima al quale capita una cosa del genere. Agli occhi della Madre delle genti sono belli tutti i bambini, crescerai il tuo qui, con noi, non getterai disonore sulla tua famiglia, per questo ti consiglio di non tornare più a Middle Town".


Jude.

Addentò affamato la sua fetta di formaggio.
Si erano appartati accanto ad un ruscello immerso nel verde, stava per calare la notte.
"Non mangi niente Lena?", lei neanche lo guardò.
"Non puoi star senza mettere nulla sotto i denti! E' fisiologico, prima o poi avrai bisogno di nutrirti".
"Come fai a stare così su col morale...ma hai visto in che condizioni vivono le persone qui? La tua Ger sembra una morta che cammina, era la ragazza più bella di Middle Town! Invidiata da chiunque! Povera ma bella come una divinità. Si sono divorati la sua bellezza in pochissimo tempo!".
Jude si alzò, turbato.
"L' ho vista, sto solo cercando di non pensarci..." - "sono la figlia del governatore, farò in modo che le persone vengano rimandate nella loro città di provenienza" - "tu non sei più la figlia del governatore Lena, sei solo...una cittadina. Tuo padre ha ceduto l'incarico ad Erin. Possiamo fare due cose : farci vedere e diventare anche noi dei prigionieri o ... morire di fame o di freddo quando sarà notte. A te la scelta, hai il compito di decidere come proseguire la mia vita. Sempre che la tua amica Erin non abbia la stupenda idea di venirci a riprendere".
Lena si alzò ed andò di fronte a lui, guardandolo finalmente.
"Tu hai coraggio?" - "certo..." - "allora vieni con me laggiù e andiamo a dirgli come siamo arrivati, raccontiamo tutta la verità. Non possono farmi niente! Dovrò contare pur qualcosa ai loro occhi! Mio padre era una persona davvero importante".
A Jude sembrò talmente determinata, talmente convinta che annuì.
"Proviamo, la cosa peggiore che possono farci è..." - "ridurci nello stesso stato di Ger".
Lui, in un impeto di affetto, le prese una mano tra le sue e le sussurrò: "grazie per avermi chiesto di venire con te...altrimenti la mia vita non sarebbe mai cambiata, avrei aspettato invano il rientro di Ger e dei miei genitori...soffrendo terribilmente e tuttavia incapace di reagire".


Lena.

Lei pensò che quello fosse il momento perfetto.
Pensò che Jude non lo aveva mai visto bello come in quell'istante, ancora illuminato dai residui del giorno, stanco di soffrire, così ricco di gratitudine per lei.
Lo baciò sulle labbra, e lui non la respinse.
Fu un bacio lungo, pieno di passione, in cui si strinsero forte l'un l'altra, dimenticando tutto.
Dimenticarono Ger, il Lago di sinistra, Erin e tutte le preoccupazioni che affliggevano il loro cuore, e pensarono solo a loro stessi per un po'.
Quando lei si sciolse dal bacio Jude la fissò senza riuscire nemmeno a parlare, si portò una mano alle labbra e cominciò a scuotere il capo.
"Ma cosa abbiamo fatto..." - "è stato un gesto istintivo, non volevo essere così indecente..." - "è stata colpa di entrambi, avrei dovuto respingerti" - "eppure hai accolto il mio bacio..." - "sono in uno stato confusionale, siamo lontani da tutto, io, ti chiedo perdono per non averti respinta".
Lena sentì qualcosa che morì dentro di lei, il momento magico che avevano appena vissuto era finito alquanto tristemente.
"Andiamo a parlare con chi comanda questa follia qui sull'isola, e poi, per non compromettere la tua decenza, eviterò di parlarti ancora", disse Lena.

Ecco la quindicesima parte: QUI.

mercoledì 8 novembre 2017

Episodio 13: Senza decenza

Se non hai letto la prima parte eccola qui: Prima parte.
E poi ecco la seconda : Seconda parte.
E la terza: Terza parte
E la quarta: Quarta parte.
E la quinta: Quinta parte.
E la sesta: Sesta parte.
E la settima: Settima parte.
E l'ottava parte: Ottava parte.
Ed ecco la nona: Nona Parte.
E la decima: Decima parte.
E l'undicesima: Undicesima parte.
E la dodicesima: Dodicesima parte.

Jude la stava osservando con sguardo compassionevole, vicino alle lacrime.
"Cosa ti hanno fatto?" Ger in pochissimo tempo realizzò che lui non si sarebbe mai dovuto trovare lì, in quel posto sperduto che era in grado di dare solo dolore.
Svelta la ragazza si alzò e lo raggiunse nel recinto, nascondendolo dietro la casetta dove tenevano il granturco.
"Come hai fatto ad arrivare...chi ti ha detto dove siamo...".
Ma lui non la fece parlare oltre, e la strinse tra le sue braccia.
"Che cosa ti hanno fatto..." - "Jude noi qui lavoriamo, portiamo avanti diverse attività, ti assicuro che siamo trattati benissimo, ed è solo una cosa temporanea, è una punizione per il nostro comportamento durante la notte della sommossa" - "i miei genitori come stanno..." - "bene, stiamo tutti alla grande, non è una prigione, è un luogo dove si fatica ma mai troppo" - "voglio vedere  mio padre e mia madre" - "è meglio che ritorni a Middle Town, noi saremo presto a casa, vedrai".
Solo in quel momento Ger vide anche Lena, che la fissava, sconvolta.
"C'è anche lei" - "mi ha chiesto lei se volessi venire a cercarvi...la governatrice ci ha portati qui stamattina ma se ne è andata, senza lasciarci un mezzo per tornare".
"Ma sei sicura di essere Ger, Gertrude, la sorella del mugnaio".
Doveva essere davvero irriconoscibile.
"Sì, figlia del governatore, sono proprio io, vedo che come sempre sei contenta di vedermi".
Capitò proprio in quel momento, mentre lei cercava di darsi un tono e di ritrovare un po' del suo carattere forte, seppellito dalla stanchezza e dalla malattia...vomitò.
Poi si gettò a terra, in ginocchio, tremante.
"Cosa c'è che non va, stai male?" - "si sto male da giorni, una banale malattia dello stomaco, devo aver mangiato qualcosa di pesante".
Lena parlò a Jude : "è meglio se la lasciamo tornare all'alloggio, noi ci faremo venire in mente una soluzione".
Ger alzò lo sguardo e sussurrò: "non c'è una soluzione. Da qui non si va via...potrete tornare a casa solo se qualcuno verrà a prendervi" - "sono certa che Erin verrà a prenderci entro qualche decimo" - "chi è questa Erin?".
Jude le spiegò di come il Governatore May fosse sparito da qualche tempo e di come una donna ammaliante di nome Erin avesse temporaneamente preso le redini della città.
"E voi vi fidate di questa donna? Tu Lena, ti fidi?" - "Ciecamente, vive nel mio stesso palazzo, ho imparato a conoscerla, è una bella persona, è generosa e pensa sempre ai problemi degli altri".
"E perché questa bella persona che pensa sempre ai problemi degli altri ti ha lasciato su un'isoletta circondata da acqua che ti scioglie la pelle?" - "sicuramente per darmi un insegnamento, per mettermi davanti ai miei compiti futuri..." - "o per tenerti alla larga dalla città per un po'...".
Chiamarono Ger a gran voce e lei, con occhi spaventati esortò i due ad allontanarsi : "ci vediamo qui una volta che sarà calato il sole, ho dei compiti da svolgere, voi nascondetevi, state lontani da queste strutture".
Detto questo si allontanò e in pochi istanti si trovava nel dormitorio.
La vicedirettrice entrò nell'ampia stanza quando Ger aveva appena poggiato il sedere sul suo giaciglio, altri stavano riposando, dopo il pranzo era concessa un'ora di libertà.
"Ti cerca il curatore, si aspettava che raggiungessi l'alloggio destinato alle malate croniche non appena avessi ricevuto la mia comunicazione" - "sto solo riposando, non sono stata bene dopo pranzo" - "ben presto sarai tra le braccia della madre delle genti, o almeno posso supporlo siccome mi sembri una ragazza piuttosto decente, e mentre lei ti canterà dolci canzoni nelle orecchie avrai tutto il tempo di riposare, riposerai fino alla fine dei tempi".
Ger si alzò subito in piedi, le gambe tremolanti, e presi i suoi stracci seguì la vicedirettrice.
Il pensiero di Jude e Lena su quell'isola la tormentava, molto più di quello della sua morte imminente.
Non sapeva come se la sarebbero cavata né come avrebbe fatto ad aiutarli ed aveva paura che venissero fatti prigionieri anche loro.

Il piccolo alloggio delle malate croniche era una baracca, serviva per ospitare una modesta quantità di donne che stavano passando dei periodi brutti, proprio come lei.
Il curatore la accolse con un sorriso compassionevole.
"La ragazza coi capelli dorati, ti stavo aspettando". L'uomo aveva i capelli lunghi raccolti in una cosa bassa e indossava una tunica color vinaccia. Le andò incontro, abbracciandola, una vecchia pelata che indossava un manto rosso tossiva debolmente seduta accanto ad un tavolo, e sorseggiava una bevanda calda.
"Grazie vicedirettrice, può andare, ci penso io a lei", la donna chinò un po' il capo e se ne andò.
"Gertrude ti presento Sarah, lei è qui da giorni, si è ribellata anni fa, nella sua piccola città, dove le donne erano proprietà esclusiva del loro re, ora è vecchia e malata e vuole essere accompagnata nell'ultimo periodo della sua vita".
La donna sorrise, mostrando l'unico dente ancora ancorato alle sue gengive.
"Dolce biondina, gli ho tagliato le palle a quel re, per un danno del genere ti fanno rimanere qui a vita, e io ne sono la testimonianza" - "non è un mio problema anziana Sarah, non mi rimane molto da vivere".
Sarah lasciò la sua sedia per avvicinarsi a Ger, il curatore, tenendo le distanze, cominciò a fissarle, interessato.
"Quanti anni hai?" - "diciassette..." - "da dove vieni" - "Middle Town, lavoro il latte, ho delle bestie..." - "hai un uomo?" - "un ragazzo, rimasto in città, che mi piace e che mi è vicino, ma io non sono ancora una donna così come lui non è ancora un uomo, quindi, per rispondere alla sua domanda: no, non ho un uomo".
La vecchia le prese le mani, scaldandogliele.
"Che problemi hai?".
Parlò il curatore per lei : "non trattiene il cibo, vomita, dimagrisce, ha sicuramente assunto per errore qualche veleno che usiamo per le uova".
La donna le toccò il ventre, con un gesto fulmineo.
"Hai i vermi cara?" - "i cosa? Io no...i vermi...per carità, non ho i vermi" Ger rabbrividì al solo pensiero: malata sì, in punto di morte anche...ma non ospitava certo dei parassiti.
La vecchia smise di toccarla.
"Allora credo che tu non sia una ragazza così decente, qualcuno deve averti visitata sotto il tetto dei tuoi genitori o dietro qualche cespuglio..." - "non capisco...".
"Aspetti un figlio Gertrude".

Continua a leggere quello che succede nell'episodio numero 14: QUI.

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sabato 28 ottobre 2017

Episodio 12: La ragazza sfiorita

Se non hai letto la prima parte eccola qui: Prima parte.
E poi ecco la seconda : Seconda parte.
E la terza: Terza parte
E la quarta: Quarta parte.
E la quinta: Quinta parte.
E la sesta: Sesta parte.
E la settima: Settima parte.
E l'ottava parte: Ottava parte.
Ed ecco la nona: Nona Parte.
E la decima: Decima parte.
E l'undicesima: Undicesima parte.



Quella mattina Gertrude aveva il compito di lavare gli abiti sporchi dei compagni.
Lei, Shana e Wanda stavano strofinando gonne, tuniche, pantaloni e scialli con quel sapone dal puzzo insopportabile all'interno del ruscello.
"Hai parlato col direttore ieri sera?" le chiese Wanda con quella vocetta stridula che la contraddistingueva.
Gertrude le fece segno di stare zitta - "ti prego, ho paura che ci sentano" - "ma chi vuoi che ci senta, qui al ruscello non ci controlla nessuno, siamo troppo distanti dalle caserme".
La ragazza si fece forza e, sussurrando più che poteva, le rispose : "hanno mandato un curatore a controllarmi perché ieri mattina sono svenuta e valuteranno se spostarmi nella in una caserma più controllata o farmi lavorare un po' meno" - "perché? Non ha senso, non sei la prima che sviene, facciamo lavori faticosi, è normalissimo" - "hanno paura che sia dovuto ad una malattia" - "io quando sono stata male sono rimasta all'interno della stessa caserma, e anche Shana, quello che ti hanno detto non ha senso!".
"Zitte!".
La voce della vicedirettrice tuonò nel silenzio, si trovava dietro di loro, Gertrude poteva sentirla respirare, spaventate le ragazze continuarono a strofinare i panni, senza nemmeno guardarsi.

La sera che Gertrude e altri middletowniani erano entrati nel palazzo del governatore avevano trovato ad accoglierli uno strano gas, che li aveva fatti dormire come sassi...la mattina seguente si erano svegliati ognuno su un giaciglio di stoffe vecchie, in quella strana isola nel bel mezzo del Lago di sinistra.
Il direttore aveva detto: "siete qui per rimediare alla vostra audacia ed incoscienza. Siete qui per darvi da fare, lavorare duro e non fare domande. Siete qui perché il vostro governatore vi ha dato una seconda possibilità. Siete qui per la redenzione. Siete qui per indossare le divise bianche che vi forniremo.
Ma di certo non siete qui per restare".
Li avevano divisi in caserme e si alternavano i vari lavori: lavare i panni, cucinare, tessere, rassettare, pulire le stanze, prendersi cura del bestiame ... o almeno questi erano i compiti delle donne.
Gli uomini costruivano altre caserme destinate a chi, come loro, un giorno si sarebbe ribellato da qualche parte nel mondo.
"Potete scappare se volete, vi lasciamo liberi di farlo. Peccato che l'acqua del lago possa corrodervi fino a lasciare di voi solo un mucchietto di ossa".
Il direttore aveva richiesto un colloquio privato con ognuno di loro, quando era toccato a lei era sembrato particolarmente contento di vederla.
Era un uomo alto quasi due metri e portava i capelli rossi rasati.
Non doveva avere più di quarant'anni. Il colloquio si svolse in una stanza piccolissima, senza nessun mobile.
"Tu sei?".
"Gertrude dei White, allevo capre con la mia famiglia, mio fratello è un mugnaio e viviamo del latte che le nostre bestie producono".
"Una tale bellezza costretta ad un lavoro così umiliante?".
Lei, per niente timida, aveva tenuto alto lo sguardo.
Si erano guardati.
Lui aveva gli occhi grandi e color indaco.
"Non trovo che il mio lavoro sia umiliante, mi permette di vivere in modo dignitoso".
Il direttore aveva sorriso.
"Non ti credo Gertrude, lo vedo nei tuoi occhi, tu sei una vincente, non ti piace essere sottomessa e non ti piace lavorare, con il tuo corpo e con i bellissimi capelli che hai dovresti passare la vita seduta su una poltrona dorata ad aspettare che sia il tuo uomo a portare il pane a casa".
"A Middle Town lavorano tutti una volta finito il percorso coi tutori, nessuno sta seduto ad aspettare che sia concluso l'operato di altri".
"La moglie del governatore lavora?" - "no..." - "è perché ha oro in abbondanza, a che le servirebbe lavorare. Ho ragione?", Ger annuì - "posso assicurarti che non ho mai visto una ragazza più bella di te, puoi ambire ad altro, dico sul serio, puoi diventare una signora, qualunque uomo che abbia un minimo di potere cadrebbe subito ai tuoi piedi vedendoti".
Si era avvicinato a lei, profumava di miele e di dolci.
"Hai vissuto in modo decente nel tuo paesino di pezzenti o sei circondata da maschi adoranti?" - "ho un uomo che mi aspetta a casa una volta che avrò scontato la mia punizione" - "un uomo o un ragazzo? Io sono un uomo vero, posso renderti felice, evitarti questo schifo e persino volerti bene, se mi garantisci che ogni mattina verrai qui a trovarmi per allietare le mie fatiche" - "la mia decenza mi impedisce di stare sotto lo stesso tetto con un uomo per troppo tempo, mi dispiace ma devo andare".
Ger si era allontanata da quella stanza minuscola a grandi passi.

Erano passati innumerevoli giorni, ne aveva totalmente perso il conto.
Era dimagrita a vista d'occhio, i capelli, ora spenti e sfibrati, la facevano sembrare la testa avvolta da una bianca ragnatela, le occhiaie scure le avevano decorato il viso ed aveva cominciato a vomitare due o tre volte al giorno.
Anche in quel momento, mentre con Wanda e Shana preparava la zuppa per la cena, le veniva da vomitare.
Il direttore, Alf, le aveva parlato di nuovo, ma mai in modo confidenziale, doveva aver capito il suo rifiuto, ed aveva trovato l'approvazione di una ragazza di Middle Town che era sparita dai vari mestieri ed era stata vista uscire a passeggiare fuori dall'alloggio del direttore.
Una ragazza senza decenza ma con tanta voglia di vivere.
L'immensa mensa maschile fu ben presto piena di tutti i lavoratori dell'isola, sporchi stanchi ed affamati, e Ger e le altre incaricate del pranzo servirono la zuppa con velocità per andare a mangiare quanto era rimasto nella sala da pranzo delle donne.
Mentre a tavola, nonostante la nausea, stava divorando delle patate lesse, la vicedirettrice entrò e la chiamò a gran voce.
"Ce l'ha con te..." le sussurrò Shana, dopo che la donna la ebbe individuata le si avvicinò.
"Seguimi, mangerai dopo le tue patate", Ger annuì e fece quanto le era stato chiesto.
Una volta fuori dalla struttura, vicine al recinto di oche e galline, la donna, che per stazza poteva benissimo essere scambiata per un uomo in carne, le domandò: "come stai?" - "io?" - "certo, tu. Sei arrivata qui che sembravi un fiore, ora sei sempre un fiore ma ... appassito. So che sei svenuta e che spesso vomiti" - "mi ha visitato un curatore e sto aspettando che qualcuno mi..." - "da questo momento in poi vai a stare nel piccolo alloggio delle malate croniche, lì si prenderanno cura di te" - "malate croniche...io ho solo un po' di..." - "è molto probabile che tu stia morendo, quindi prendi i tuoi stracci e fa quello che ti dico, ti accompagnerò di persona".
Ger, che cominciò a sentire uno strano ronzio in testa, fece una cosa che non aveva mai fatto da quando si trovava su quella strana isola circondata da acqua corrosiva: pianse.
Le lacrime scesero da sole, incontrollabili.
"Non serve frignare, morirai in pace e con rispetto, se dovessi crepare davanti agli occhi di tutti sarebbe un bel casino, si arrabbierebbero e chissà...potrebbero fare pazzie, Prendi le tue cose e sbrigati".
La vicedirettrice si allontanò, lasciando la ragazza sola con i suoi demoni, si gettò a terra, incapace di fare qualsiasi cosa, poi sentì qualcuno che la chiamava, piano.
Si guardò intorno e ci mise poco a capire a chi appartenessero quegli occhi che la stavano fissando dal recinto dei volatili.


Ecco il nuovo episodio: EPISODIO 13: SENZA DECENZA.

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domenica 22 ottobre 2017

Episodio 11: Menzogne

Se non hai letto la prima parte eccola qui: Prima parte.
E poi ecco la seconda : Seconda parte.
E la terza: Terza parte
E la quarta: Quarta parte.
E la quinta: Quinta parte.
E la sesta: Sesta parte.
E la settima: Settima parte.
E l'ottava parte: Ottava parte.
Ed ecco la nona: Nona Parte.
E la decima: Decima parte.


I loro piedi camminarono nell'acqua ghiacciata del Ruscello di sale, tenevano tutti e tre le scarpe in mano, mentre Jude sussurrava "moriremo, moriremo, di una morte lenta e dolorosa", senza tuttavia tornare indietro.
"Ragazzo, cosa ti rende così convinto che qualsiasi cosa venga a contatto con l'acqua del Lago di sinistra muoia? Mi sembra che tu sia ancora vivo, o può anche darsi che il tuo cadavere sappia parlare, visto che non rimani zitto un solo istante".
"Lo sanno tutti governatrice! Dei ragazzi all'inizio dei tempo hanno fatto il bagno qui dentro e sono rimasti senza sangue, e non troppe epoche fa un bambino perse un piede perché venne a contatto con quest'acqua maledetta" - "allora perché stai guadando questo ruscello maledetto, che sfocia in quel lago maledetto dove la l'acqua è maledetta?".
Jude cominciò a ridere in modo isterico : "perché non ho nulla da perdere".
La nebbia li avvolgeva, a stento riuscivano a vedere l'uno il viso dell'altra. Anche Lena aveva paura, ma aveva preferito non parlare.
"Vi dirò cosa so io ragazzi, è vero che in passato l'acqua di questo lago ha causato delle vittime, più di quelle che immaginate, tutti lo evitano come se fosse velenoso...e fanno bene. Contiene una pericolosa tossina corrosiva che è impossibile da sradicare".
"MORIREMO!" urlò Jude.
"No che non morirai, imbecille, se siete con me non correte nessun rischio, so come limitarne gli effetti, non mi potete vedere a causa della nebbia ma vi precedo gettando in acqua una polvere a base organica che inibisce la tossina".
Lena si avvicinò a Jude.
"Non morirai, al massimo rimarrai senza i piedi", la guardò disperato - "come posso vivere senza piedi?".
Era davvero tenero e spaventato.
Lena invece, senza saperne l'esatta ragione, si fidava ciecamente di Erin.
Trovarono l'imbarcazione dopo quasi un decimo di cammino nell'acqua tossica e ghiacciata.
Era di modeste dimensioni e in legno scuro, al suo interno vi erano due remi.
"L'ho preparata da giorni, ci stava aspettando".
Lena sentiva non sentiva più i piedi, e si rese conto di avere diversi tagli dovuti al freddo.
Di corsa indossò di nuovo le scarpe.
Jude invece se li toccava, come se si aspettasse che gli fossero caduti.
"Ragazzo delle spezie, remerai tu?", Jude annuì, asciugandosi le lacrime con la manica.
Cominciava ad albeggiare mentre si lasciavano le rive del lago alle spalle.
"Vi chiedo di non fare domande e di non parlare fino al nostro arrivo, ho bisogno di riposare occhi e orecchie, quando noterete qualcosa in lontananza avvertitemi e io farò in modo di non sbagliare rotta, questo gruppo deve arrivare a destinazione".

"Sei stanco?",  gli chiese sussurrando Lena dopo un bel po' che remava - "no, in questo modo mi riscaldo".
I capelli lisci e disordinati di Jude erano mossi dal vento, gli occhi di ghiaccio stanchi ma vigili, la poca barba sulle gote gli dava un'aspetto più adulto.
"Lena non potrò mai dimenticare tutto questo. La mia vita è sempre stata tutta uguale, densa di fatica, rispetto per i miei genitori, lavoro... diciamo che l'amore per Ger mi ha dato uno stimolo in più. Mi ha permesso di trovare il coraggio di trasgredire qualche regola" - "di cosa parli?" - "oh, non di cose da adulti, tranquilla. Ger sembra una ragazza molto spavalda e noncurante del valore della castità, ma è solo una maschera che indossa. Nasconde un' indole molto pudica".
Lena sapeva che Ger non era nè casta nè pudica, ma annuì accondiscendente per non offendere Jude.
"Le regole le sto trasgredendo tutte oggi. Non sono andato a lavorare, mi sono allontanato dalla città e...non l'ho detto a nessuno".
La ragazza vide qualcosa in lontananza, qualcosa che si ergeva su quella densa e scura acqua, sembrava un grosso scoglio.
"Erin, vediamo qualcosa in lontananza!", esclamò, e la governatrice si destò immediatamente, strappò di mano i remi al ragazzo e prese il controllo della situazione.
"In breve saremo arrivati, da adesso vi prego di fare silenzio, non siamo attesi sull'isola, non creiamo momenti spiacevoli".
Mentre Erin remava i due ragazzi si guardarono dubbiosi.
Oltrepassato lo scoglio videro una terra pianeggiante, Jude chiese sussurrando: "è quella l'isola?", la governatrice annuì.
Raggiunsero la spiaggia in pochi attimi.
"Scendete, forza! Non siate lenti e goffi!".
I due di corsa si gettarono sulla terraferma, sacche in spalla.
"E tu Erin?" chiese Lena.
"Io non rimarrò, vi auguro una buona permanenza. Torno a fare il mio lavoro a Middle Town".
In un attimo Erin si era allontanata.
Jude istintivamente fece per seguirla, facendo due o tre passi veloci nell'acqua, poi urlando tornò indietro.
"Le mie scarpe! Ho solo queste!".
Il lago aveva consumato una parte delle scarpe di Jude.
"Ci hai ingannati Erin! Non puoi abbandonarci qui!".
Erin, ormai in lontananza, si portò l'indice alla bocca, fece l'occhiolino e poi smise di guardarli.
Velocemente, come solo una rematrice esperta può fare, sparì in lontananza.

Ecco il DODICESIMO EPISODIO: QUI

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